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venerdì 6 agosto 2010

Una visione speculare

Mi piace soffermare l'attenzione su alcuni paradossi che ci sono nella mia città.
E' un pò come guardare una figura ad uno specchio, l'immagine è identica, ma la vista è speculare: due immagini inverse.
Ci sono a Palermo dei paradossi di facciata. Spesso ci si aspetta che un quartiere "d'abbene" come via Libertà sia un  luogo civico, mentre un quartiere come L'albergheria sia, per citare qualcuno, familista amorale. Bene, si rimane stupiti invece dal fatto che l'immagine di facciata è proprio quella, ma che poi in realtà, a ben guardare non è così, perchè il maggior tasso di violenza domestica è concentrato nel "quartiere alto", il maggior numero di presenza di tossicodipendenti proviene da lì. Con questo non dico che i quartieri "limite" hanno solo una triste nomea, perchè sarebbe bugia ma è anche vero che si rimane stupiti piacevolmente nel notare come il calore, l'umanità e la maggiore appartenenza positiva la si rivela in questi quartieri.
Mi ripeto lo so, ma sono città dentro la città con tanti fenotipi da analizzare e che spesso spiazzano nelle conclusioni

giovedì 5 agosto 2010

Palermo al centro: riflettendo un pò

Palermo, culture che si incrociano, lingue che si mescolano.
Palermo, immagine di cartolina che rispecchia magnificenza, sfarzo e storia.
Ad un occhio più attento notiamo però come i palazzi sono crepati, le strade non pulite, le culture non così incrociate. Quartieri vicini che sono isole a sè, quartieri periferici che sono mondi a sè. Man mano ci allontaniamo vediamo come la gente si discosta dal sentirsi "palermitano" e si diventa appartenenti del singolo quartiere: Albergheria, Capo, Zen, divengono città dentro la città.